Ivano Ferrari
Nació en Mantua, Italia en 1948 y trabajó en el mattatoio de la ciudad y el Palazzo Te. Hizo su debut en la antología Nuevos Poetas italianos 4 (Einaudi, 1995). Siempre Einaudi también le ha publicado colecciones La franca sostanza del degrado (1999), Macello (2004) e La morte moglie (2013). Otro libro de poemas, Rosso epistassi ha sido publicado por la Efigie en 2008; Einaudi ha publicado il poemetto Macello all'interno dell' antologia Nuovi poeti italiani.
Ivano Ferrari: Hay quien se pregunta si yo amo
(Qualcuno si chiede se io ami)
Hay quien se pregunta si yo amo
si durante el día busco
o decido, si por lo menos veo.
Al mirarme los labios
o las manos
y más obscenamente abajo, entre los muslos
advierto en el cuerpo las preguntas
que me atraviesan
igual que lo haría una horca con la paja.
Si dejo sangrar el viento
si convierto las hojas frías
en rollitos de carne,
si los caballos blancos de mi renacimiento
están expuestos en la vitrina de una carnicería
no renuncio a mi humanidad como todos vosotros, por lo demás.
De Macello, 1975
Traducción de Flavia Cascio
Qualcuno si chiede se io ami
se durante il giorno cerco
o risolvo, se almeno vedo.
Quando guardano le mie labbra
o le mie mani
e più maliziosamente giù, fra le cosce
sento sul corpo le domande
che mi attraversano
come una forca farebbe con la paglia.
Se faccio sanguinare il vento
se trasformo le foglie fredde
in involtini di carne,
se i cavalli bianchi del mio rinascimento
sono esposti sul bancone di una macelleria
non rinuncia alla mia umanità come voi del resto.
https://sevencrossways.wordpress.com/2014/09/
Lo stanzino in fondo allo spogliatoio
è detto delle seghe
affisse a tre pareti foto di donne
dalla vagina glabra
nell'altra il manifesto di una vacca
che svela con differenti colori
i suoi tagli prelibati.
*
La mia pelle ripulita e triste
il cuore glabro
il colorito bluastro
bene, io sono quello
che stabilisce la commestibilità
dei vostri miasmatici cibi.
*
Dove nasconderà le lacrime?
Se la domanda pende sul cranio
sfondato di un puledro
sfumo affannando versi
subendo animali e cose.
*
La carne morta rivive
nella sua grande miseria
col vento che riporta gli odori
ad un ordine sparso.
La carne morta è ricamata
da quelle sinuose presenze
che gli altri chiamano larve.
*
È fuggito un toro nero
erra sul cavalcavia
impaurendo il traffico,
lo rincorriamo
impugnando coltelli
bastoni elettrici e birre
corre si ferma torna
arrivano i carabinieri coi mitra,
ora è steso su un velo d'erba
e sussurra qualcosa alle mosche.
Quando hanno tolto la luce
la morte si è ricomposta
per apparire subito dopo
più nitida, più vergine.
*
Un lungo, insopportabile ritardo.
poi il rumore dei camion
le urla degli autisti
le ultime preghiere delle bestie.
Ricomincia la vita appaiono le forche
le pistole, le falze, i coltelli.
*
Nella stanza d'attesa
un vitellone chiazzato
e una tornita manzarda
avranno ancora la notte
per annusarsi promesse
da domani eterne.
*
Dalla vasca d'acqua bollente
emerge un enorme maiale
bianco come uno spettro
che oscilla impudico fino a quando
dal finestrone il sole
accende quintali di luce.
*
A qualche centinaio di metri
passata la forma fresca del prato
e dopo case dagli occhi spenti
si trova il cimitero degli umani
dove c'è carne che non sfama.
*
È venerdì santo ma senza
la primaverile viandanza,
già prodiga di resurrezioni
il sangue ancora ghiaccia
riempiendo i fiati di bagliori
e le bestie sono troppo pesanti
per scendere dalla croce.
*
Tutti in fila | nudi | appena sporchi di letame | attendono la perfezione | balbettando proteste | il più intraprendente sodomizza il compagno davanti | l'urlo che si alza è solo un anticipo | la rivoltella a pressione frena lo scandalo
*
Per i problemi dell'anima
la sala stoccaggio:
coi quarti e le mezzene senza sangue
i cartellini del sesso
l'etichetta di destinazione
la delazione cosciente della bilancia.
Ci si confessa pestando reni di scarto
schegge d'ossa e strati di grasso.
Più liberi, dopo, divoriamo
fettine di carne cruda (dei quarti più belli)
appena un po' di sale
e tanta devozione.
.
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