martes, 10 de junio de 2014

GIANCARLO CAVALLO [11.884]


Giancarlo Cavallo 

(Salerno, ITALIA  1955) es poeta, traductor, y escritor italiano.

Bibliografía 

Poesía 

“Poema Robinson” (Magazzino, Salerno 1982) “Lo stato dei luoghi” (Multimedia, Salerno 1993) “Santa Maria de Alimundo” (Edizioni dell'Ombra, Calolziocorte 1994) “Oltre le terre emerse” (Multimedia, Salerno 1996) “Quadreria dell'Accademia e altre poesie” (Multimedia 2008).

Algunos de sus poemas han aparecido en la traducción española del número 9 "Sibila", Sevilla, 2002, y "Manual de INSTRUCCIONES 3, Madrid 2009 


Traducciones 

Paul Laraque, La sabbia dell'esilio (Multimedia, Salerno 1994) Paul Laraque, André Breton ad Haiti (Multimedia, Salerno 1996) ha tradotto testi di Christiane Veschambre (in Rivista di Psicologia analitica, nuova serie n. 17, Milano 2004)


Prosa

Un suo racconto “Sebastiano beve trecento caffè” è stato tra i vincitori del concorso Nuovi Narratori Campani ed è stato pubblicato nell'omonima antologia (Alfredo Guida Editore, Napoli 1997). un altro racconto “Agli americani” è inserito nell'antologia La terra dal mare, edizioni Laveglia (Salerno, 1998);




Nosotros hemos sido reyes


Reyes de la mirada y la sonrisa
de las callejas que nos vieron
tal vez descalzos caminar
de los mares en que nos zambullimos
de las bicis que nos robaron
de las caricias que no recibimos
de los cuadernos ajados los bolis
rotos las canicas irisadas
y también de los sueños que no se pueden
ni vender ni comprar pero que
a veces se olvidan
en un abrigo viejo.

Sí, hemos sido reyes y por eso
seguimos caminando
con la cabeza alta en el exilio
de nuestro dolor saciado
de nuestra edad adulta
por infinita hilera de derrotas
con este porte elegante
con nuestro espléndido manto de harapos,
porque los reyes que somos tienen reinos
tan inmensos que pueden
esconderse en la misteriosa
oquedad de una concha.

Traducción de Eloy Santos







Noi siamo stati re


Re degli sguardi e dei sorrisi
delle strade strette su cui abbiamo
magari a piedi nudi camminato
dei mari in cui ci siamo tuffati
delle bici che ci hanno rubato
delle carezze che non ci hanno fatto
dei quaderni sgualciti delle penne
rotte delle biglie iridescenti
e anche dei sogni che non si possono
nè vendere nè comprare anche se
a volte si dimenticano
in un vecchio cappotto.

Sì, noi siamo stati re e per questo
continuiamo ad avanzare
a testa alta nell’esilio
della nostra età adulta
del nostro sazio dolore
nell’infinita teoria di sconfitte
con questo portamento elegante
nello splendido manto fatto di stracci,
perchè i re come noi hanno regni
talmente sconfinati da poterli
nascondere tutti nella misteriosa
cavità di una conchiglia.

(De Quadreria dell’Accademia e altre poesie,
 Multimedia Edizioni, Salerno, 2008)







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