sábado, 11 de octubre de 2014

STEFANIA BATTISTELLA [13.631]


Stefania Battistella 

(Treviso, Italia 1989). Battistella ha publicado “Briciole di pensieri e di velluto” (AltroMondo, 2010), “L’amore m’ha fatto fragile” (Thauma, 2012) y “Primo giorno senza futuro” (Seam Ed. 2013). En 2011 se muda a Roma y el mismo año participa como invitada del Festival Internacional Octubre en Poesía. Algunos poemas suyos están presentes en la antología “Acqua privata? No grazie!”, bajo la dirección de Marco Cinque. También participa en un tour con el espectáculo “di me, di altri, ancora” y “d’amore e d’altre abitudini”, junto al poeta y editor Beppe Costa. En 2012, 2013 y 2014 participa, como invitada por Italia, en el “Nisan Festival”, que se celebra cada año en Galilea (Israel). Está presente en el número de julio de 2012, de la Revista Redes Dedalus.



La traducción ha sido expresamente para CREAR EN SALAMANCA                 http://www.crearensalamanca.com/ por la poeta y profesora italiana Stefanía Di Leo. 




Taller azul

Una cadena de montaje
donde el tiempo ya no cuenta las escenas
puesto de trabajo sin lógica
aridez de productos industriales
ocho o doce horas
reclinadas mezclando veneno con el azul
ojos iguales a la muerte como compensación a final del día
la promesa de un trocito de vida
para gastar rateando con intereses mortales
los únicos a no ser más evaluados 
nosotros mismos
reducidos a entrañas de un aparato
que digiere vidas
en lugar de albergar el tiempo
el mismo tiempo que ya no cuenta las escenas
que promete un trocito de vida
rateada hacia la muerte.




Orquesta

Entender para comparar
y no por definición
es el sistema de quien no conoce diccionarios
dueños de conci
encias
que no se enseñan
son nubes
a las que la vida parece agradable
panorama
tendido sábana de seda
sin arrugas
de significados.



Homo sapiens

Nuestra presencia no es
inteligencia
no sabe desatar el bien del mal
así cada lugar es distinto
sin meter alerta
cuando el pasado
no es historia
somos el hombre
que no sabe reconocer
que no sabe avanzar
que no sabe respetar
nada más que su imagen.





Busco 
una habitación 
con poca luz
y en la puerta
la etiqueta
con mi nombre
y yo 
sentada
sobre el sillón 
de la inestabilidad.




Insignificante

Doy 
mi voz
para alguna palabra más
este dibujo artístico,
utilizado en lengua,
vale mucho más
que estos sonidos
muy a menudo
insignificantes



Cuento

Aquel día
no podía vivir serena
sin ideologías felices,
no tenía más fantasía
así me inventé un personaje
que podía tener 
también para mí.
No hubiese ganado mucho
teniendo sólo fantasía
todavía no lo sabía
pero quizás
podía decidir que no lo percibiera.
Podía también decidir todo el resto
macho u hembra
carácter afable o presumido
establecía más o menos todo.
Un día bonito, 
decidió que no quería más escucharme
su fantasía le sugirió rebelarse
sin rabia pero con simple naturalidad;
descubrió que no le servía un puesto
para ser libre
por lo menos yo para existir.
Aquel personaje me abandonó
hasta él vivía sin mi.
Entendí muy bien
como cuando se comprendiera 
cuando se comparara
yo podía vivir serena
sin ideologías felices.





Me siento
fuera del centro
cuando pienso
que vivo en el mundo
sabiendo que
el mundo
es definido




Kilómetros

Los fantasmas no tienen miedo
delante de los kilómetros
eso lo sabía cuando me fui
mi necesidad de la ausencia
era protagonista absoluto
encontrarle después de kilómetros
no me extraña más
cuando la sorpresa se va
me quedo a echar las cuentas 
con los kilómetros
nada útiles a poner distancias
kilómetros como piedras
que el sentido lógico de la vida
se divierte a echarte encima



Instrucciones para quedarse estúpidos

Una flor que deja sus pétalos
caer en el suelo
porqué el curso de la vida lo prevé
una mujer que deja su orgullo
a las cenizas
porque alguien lo prevé
un niño dejando su vida al polvo
porque un sistema lo prevé
la humanidad entera deja los ojos
dentro de las grutas de Platón
donde la luz es la única llave
que se echa.






Campo largo

Quisiera ponerme al lado
ver el descubrir del mundo
que se destroza sobre muros de ignorancia
para después componerse
hacerse de nuevo
listo para otros muros
quisiera ponerme al lado
observar la estupidez humana
que contagia mentes alternadas
sensibilidades reducidas como genios
come relámpagos que relucen
dejando obscuro tétrico antes y después
quisiera ponerme al lado
seguir los hilos lógicos
política, religión, sentido de la vida
contando cuantos nudos por cada hilo
por donde salen y donde desembocan
si se cruzan, por lo menos una vez
quisiera ponerme al lado
y contar las presencias
observando la platea, palco y bastidores
a campo largo
descubrir si son más los nudos
o las cabezas, hábiles por elegir.




Stefania Battistella nasce nel 1989 in provincia di Treviso, Italia.

Ha pubblicato “briciole di pensieri e di velluto”, (AltroMondo editore, 2010).
Nel 2011 si trasferisce a Roma e nello stesso anno partecipa come ospite al Festival Internazionale Letterario Città di Sassari -Ottobre in Poesia-, con Jack Hirschman, Paul Polansky, Beppe Costa e altri, dove esegue dei readings poetici alla libreria Messaggerie Sarde e ai giardini pubblici.
Nello stesso anno, alcune sue poesie vengono pubblicate in “Acqua privata? No grazie!”, raccolta antologica di poesie e fotografie di autori nazionali e internazionali contro la privatizzazione dell’acqua e in difesa di un bene primario, a cura di Marco Cinque.
Nel 2012 e 2013 partecipa al “Nisan Festival”, che si svolge annualmente in Galilea, appuntamento in cui vengono invitati numerosi poeti da tutto il mondo.
È presente nel numero di luglio 2012 nella rivista Reti di Dedalus.
Sua ultima pubblicazione “L’amore m’ha fatto fragile”, Thauma Edizioni 2012.

Nel dicembre 2012 vince il Premio Internazionale Città di Ostia per la Poesia.
Nel 2013 diventa l’ottava poetessa per l’8 marzo (Anzio VI ed.).


“L’amore m’ha fatto fragile” 
di Stefania Battistella




“L’amore m’ha fatto fragile” è il bel titolo della seconda raccolta poetica di Stefania Battistella, giovane poetessa nata a Treviso e dal 2011 trasferitasi a Roma. Dicevo bel titolo e in qualche modo singolare dal momento che in genere si pensa che l’amore ci renda invece forti, invulnerabili io è così perché l’amore è più di un semplice sentimento,

è una forza interiore che permea l’intera vita, le dà un’energia vivificante e la rende capace di raggiungere le più alte vette e le profondità più misteriose dell’essere. Eppure è vero che, d’altra parte, l’amore ci rende fragili, nel senso di più sensibili, più permeabili a ciò che avviene intorno a noi e alle risonanze che questo accadere assume dentro di noi. Dunque ci rende prede di una vulnerabilità che nei poeti diviene capacità  di lasciarsi penetrare dalle cose per meglio coglierne l’essenza, senza timore di restarne feriti perché se ferita c’è nel suo solco fiorisce bellezza. Proprio per questo Stefania Battistella va per la sua strada anche se la sua più che una ricerca del bello sembra una ricerca del vero che certamente in poesia non sono separati ma l’attenzione dell’autrice rivolta com’è alla “traduzione” di quanto il mondo le rimanda utilizza un verso che va diritto alla meta di ciò che ha colto la sua attenzione. Un verso che è un volo radente sulle cose che in sé r-accoglie perché nel suo “volo” poetico Stefania Battistella non sceglie, non seleziona, non fa, direi, una raccolta differenziata di ciò che la sua sensibilità le rimanda del mondo, ma assume su di sé la responsabilità piena del suo sentire e del conseguente scriverne. Tutti i poeti scrivono per un di più d’anima, per un sovraccarico di emozione, di sentimento dal quale cercano di stillare ciò che nella condensazione del verso ne dica ciò che di più prossimo alla verità  possiede restituendolo alla sua libertà. “L’amore m’ha fatto fragile” è un libro diviso in due parti in cui, nella prima, la poetessa si rivolge a un tu che si intuisce amato e dunque è specchio all’io; nella seconda parte è l’io a prevalere, un io a cui, questa volta, fa da specchio il mondo con le sue contraddizioni, con le sue istanze che stridono con la visione del poeta e nelle quali questo io non si riconosce. La scrittura, dunque, e la scrittura poetica in particolare come la possibilità trovare ed esplorare la propria identità.



Solo bianco, solo nero

Consapevoli
di avere un tempo misurato
sull’esempio di tutto il resto dell’esistenza
come vivere
sapendo che il giorno della morte
è più o meno vicino
con contorni abbastanza definiti

così capisco i condannati a morte
che s’improvvisano credenti

così capisco chi, anche con famiglia
solo rimane, per essersi riscoperto vivo

così vedo il bianco e il nero
all’interno dello stesso quadro
senza sottrarmi al volere di qualcosa o qualcuno
che continua a imporre
solo bianco
solo nero



Margherita

Come quel fiore si chiude la notte
alcune mie bandiere scompaiono
in mancanza di luce.
Questo sembra bastare
a far tremare la terra
e così, naturalmente,
provvede a corazzarsi
quando il buio e l’oscurità
schizzano sull’erba
come mercurio sul marmo
seminando rocce anti missile.

Come fiori che nascono fra muri
quelle bandiere di pietra
non sventolano, né proteggono.

Ridotte a unico bersaglio
di umane oscurità
margherite che ormai
restano chiuse
anche di giorno



Primo d’Aprile

Tutti quei professori
qui presenti o altrove
dovrebbero insegnare vita
non solo parole vuote
sempre presenti all’appello

tutti quei genitori
qui presenti o altrove
dovrebbero essere accorti
essere più grandi dei figli
non muti pali della luce
o fili scoperti con pistole ad acqua

tutti quegli amici
qui presenti o altrove
quelli che fanno concorrenza ai fantasmi
forse addirittura più banali
della stupidità che portano in giro
sorrisi vuoti e finti presenti solo altrove

tutti quegli idioti
qui presenti o altrove
che si contentano del divulgato
la verità è palese
ma come ciò che sta sotto gli occhi
anche lei è ben nascosta
rendendo saggio ogni stupido dotato di bocca

tutte quelle credenze
mie, tue, loro, degli altri
che attingono sempre allo stesso pozzo
si fanno la guerra
perché hanno faccia diversa
ma stesso culo

tutte quelle persone che si arrabbiano
senza sapere fare altro
costituiscono un gruppo di emarginati
che prima o poi scoppierà
sporcando di verità tutto ciò che sta intorno

spero solo, lo spero davvero
che questo o quel che vuol essere sia:
scoppi in fretta e imbratti chi è solo carta bianca
scarabocchiata di primo d’Aprile

Poesie inedite




L’astensionista

responsabilità sospesa
in nome d’un vocabolario
fragore maligno
innescato dal caso e dal vento
disastro vestito di bianco
proprio per questo
estremista lurido e senza appartenenza

una paura profumata
rivelatasi assassina della giustizia

queste le debolezze
commesse da chi non ne ha diritto
né per incarico né per aspirazione

queste sono le colpe
di tutti gli astensionisti
regalando a correnti seconde
l’innesco della bomba
che costituiscono




Luce

un fiore che lascia i suoi petali
al pavimento
perché il corso della vita lo prevede

una donna che lascia il suo orgoglio
alla cenere
perché qualcuno lo prevede

un bambino che lascia la sua vita
alla polvere
perché un sistema lo prevede

l’umanità intera lascia gli occhi
dentro caverne di Platone
dove la luce è l’unica chiave
gettata via.




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