Roberto Cescon
Nació en el 1978 en Pordenone, ITALIA donde vive y enseña. Ha publicado “Vicinolontano” (Campanotto, 2000), el ensayo “ Il polittico della memoria. Aspetti macrotestuali sulla poesía di Franco Buffoni” (Pieraldo, 2005) y “La gravità della soglia” (Samuele Editore, 2010). Es uno de encargados de la Fiesta de poesía de Pordenone y colabora en la organización del festival literario Pordenonelegge.it. Es uno de los organizadores del Premio Teglio Poesía y del Premio Castello di Villalta Poesía. Su blog es robertocescon.com.
Traducción y notas: Alejandra Craules Bretón
http://circulodepoesia.com/nueva/2013/12/poesia-italiana-actual-parte-3/
La dirección de las cosas
La mano sobre el despertador detiene la noche
en el tiempo que aún nos tomamos.
La persiana corta los contornos.
El agua del radiador es el inicio
del día, las cosas que hacer.
Si digo pantuflas, armario, percha,
Sé como llegar a la puerta.
La dirección de las cosas está en las palabras
que digo, pero existe antes.
Cuando me golpea, busco palabras
para decirla, pero muchas veces no es suficiente.
Tal vez en la oscuridad las cosas
tienen su propia inteligencia
porque son más de lo que somos.
Las mujeres de los poetas
Las mujeres de los poetas son santas
kilómetros y tardes para escucharlas
decir siempre bien, estuvo
bien, como de costumbre.
Sonríen en primera fila
pensando que con el premio el poeta
pagará la aseguración.
Sorbiendo tras bambalinas
esperando que no se haga muy tarde.
A veces, después de haberse olfateado
lo necesario, se sientan cerca
de otras mujeres de poetas
hablando de vacaciones, vestidos,
que el poeta no lava la ropa,
y vituperando a los otros juglares,
pesantes e incomprensibles.
Los poetas son muy afortunados
porque las mujeres están junto a ellos
no cierto por dinero,
sino porque el poeta es la cereza
sobre algo que al inicio era perfecto.
La primera vez ese latido
es una ráfaga que aflora
desde la profundidad de las células.
Paradoxalmente la vida es un latido
que disminuye, porque entre sobresaltos
se rebobinan los días.
Anna dice que ese latido
en la pantalla será interista
y ya le gusta la nutella,
como si los deseos fueran plantillas
de hacer compaginar
porque el bien es el revés del miedo.
Se ha activado la cuenta regresiva
para nacer y volverse una criatura
y un otra a lo largo del horizonte
para llegar a ser papá.
Roberto Cescon – poesie
Nato nel 1978 a Pordenone, dove vive e insegna. Ha pubblicato “Vicinolontano” (Campanotto, 2000) e il saggio “Il polittico della memoria. Aspetti macrotestuali sulla poesia di Franco Buffoni” (Pieraldo, 2005). Sue poesie sono apparse nella rivista Atelier (marzo 2012) e suoi racconti nell’antologia “Scontrini” (Baldini&Castoldi, 2004), nella rivista “‘Tina” e su www.ombelicale.it. Ha pubblicato “La gravità della soglia” (Samuele Editore, 2010). È tra i curatori della Festa di poesia e collabora all’organizzazione dei festival letterari Pordenonelegge e Notturni di_versi. È tra gli organizzatori del Premio Teglio Poesia (http://tegliopoesia.wordpress.com). Il suo blog è robertocescon.com.
La direzione delle cose
La mano sulla sveglia ferma la notte
nel tempo che ancora ci prendiamo.
La tapparella taglia i contorni.
L’acqua nel termosifone è l’inizio
del giorno, le cose da fare.
Se dico ciabatte, armadio, servomuto,
so come arrivare alla porta.
La direzione delle cose è nelle parole
che dico, ma esiste prima.
Quando mi colpisce, cerco parole
per dirla, ma spesso non bastano.
Forse nel buio le cose
hanno una loro intelligenza
perché sono più di quello che siamo.
Le cose che compriamo
Andare al supermercato è un modo
di rinnovare le promesse matrimoniali,
riempiendo i carrelli di offerte
e qualche sfizio, dopo esserci chiesti
più volte se vale la pena.
Ci fa sentire una famiglia.
Per le corsie pensiamo cosa manca
nelle antine della cucina bianca.
Alla cassa la commessa bionda
già ci conosce, passa sul rullo i codici
delle cose e noi le imbustiamo.
Lei ormai sa cosa ci piace.
Lo saprà anche di altri.
Le cose che compriamo ci raccontano.
Il mese scorso ha visto il test
dell’ovulazione. Oggi gli assorbenti.
Ecco, sono uscite
L’indice attorciglia i riccioli neri,
il pollice schiaccia veloce i tasti
sulla panchina e allunga la ballerina
sopra la coscia dell’amica,
anche lei tra le borse di ecopelle
muove le dita sul tastierino rosa.
È un maggio che immagina il sole,
un pomeriggio di aiuole e semafori.
Ecco, sono uscite, volevano parlare.
Un vecchio e un bambino
su una panchina del parco.
Il bambino ha le storie tra le mani,
non smetterebbe mai di giocare
perché è un soffio sotto la pelle.
Il vecchio guarda i rumori del parco,
le cose dei giorni sono i luoghi
delle parole.
Un vento li riempie, e gli occhi,
gli stessi, anche se sono cambiati.
Tra i due un libro, l’hanno letto insieme.
Ora è rimasto il tempo di andare
come sono stati.
Un vecchio e un bambino
su una panchina del parco.
Ecco, io sono così.
Le donne dei poeti
Le donne dei poeti sono sante
chilometri e serate per sentirli
e dire sempre bene, è andata
bene, come al solito.
Sorridono davanti
pensando che col premio il poeta
pagherà l’assicurazione.
Sorseggiano in disparte
sperando che non faccia troppo tardi.
Talvolta, dopo essersi annusate
quanto basta, si siedono vicino
ad altre donne di poeti
parlando di vacanze, vestiti,
che il poeta non fa la lavatrice,
e biasimano gli altri menestrelli,
pesanti e incomprensibili.
I poeti sono molto fortunati
perché le donne stanno insieme a loro
non certo per i soldi,
ma perché poeta è la ciliegina
su qualcosa che all’inizio era perfetto.
La prima volta quel battito
è una raffica che affiora
da profondità di cellule.
Per paradosso la vita è un battito
che rallenta, perché tra sussulti
si riavvolgono i giorni.
Anna dice quel battito
sotto lo schermo sarà interista
e già gli piace la nutella,
come se i desideri fossero sagome
da far combaciare
perché il bene è il rovescio della paura.
È scattato un conto alla rovescia
per nascere e diventare creatura
e un altro lungo un orizzonte
per diventare padre.
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