DAMIANA DE GENNARO
Damiana De Gennaro (Vico Equense, 1995). Poeta. Se inscribe a la Facultad de Lengua y Cultura Comparada de la Universidad de Napoles Oriental, donde estudia japonés e inglés. Desde 2015 es redactora de la revista Mosse di Seppia, formada en su mayoría por estudiantes universitarios que se dedican a difundir la poesía contemporánea en el centro histórico de Napoles, organizando lecturas en los puntos neurálgicos de la ciudad.
Damiana De Gennaro nasce a Vico Equense il 30 ottobre 1995.
È iscritta alla facoltà di Lingue e Culture Comparate dell’Università di Napoli L’Orientale, dove studia giapponese e inglese.
Dal 2015 è redattrice delle rivista letteraria indipendente Mosse di Seppia, formata in maggioranza da studenti universitari che si impegnano a diffondere la poesia contemporanea nel centro storico di Napoli, organizzando reading nei punti nervralgici della città.
Damiana De Gennaro nasce a Vico Equense il 30 ottobre 1995.
È iscritta alla facoltà di Lingue e Culture Comparate dell’Università di Napoli L’Orientale, dove studia giapponese e inglese.
Dal 2015 è redattrice delle rivista letteraria indipendente Mosse di Seppia, formata in maggioranza da studenti universitari che si impegnano a diffondere la poesia contemporanea nel centro storico di Napoli, organizzando reading nei punti nervralgici della città.
http://circulodepoesia.com/2017/05/poesia-italiana-actual-damiana-de-gennaro/
Cuando ella ha dicho de ti
narcisista
he visto, basto en el cuello tuyo,
entretejerse aquella flor.
Después le he sonreído,
pensando que sí –
tu peor defecto
lleva – por siempre –
el nombre de una flor.
Quando lei ha detto di te
narcisista
ho visto, lungo il tuo collo,
intrecciarsi quel fiore…
poi le ho sorriso,
pensando che sì –
il tuo difetto più brutto
porta – pur sempre –
il nome di un fiore.
En todas las paredes
de la noche sin estrellas, escribiría:
cuando sea necesario, estoy ahí –
pero sería una mentira:
siempre, estoy ahí –
y para no ser una molestia
encomiendo mis excesos
al polen de aire
que te hace estornudar
como al decirte mira:
Ahí está la primavera.
Su tutte le pareti
delle notti senza stelle, scriverei:
quando serve, io ci sono –
ma sarebbe una bugia:
sempre, io ci sono –
e per non essere seccante
affido i miei eccessi
ai pollini dell’aria
che ti fanno starnutire
come a dirti guarda:
c’è la primavera.
Llegan siempre, al fin,
tus mensajes
como trenes sin horario
del corazón en el pulso –
Vienen a llevarme
donde el aire se hace mar
y la tierra que piso
no se amolda a mis pies
Me trasplantas en la tierra
de donde espero florecerte
un poco más cercano.
Arrivano sempre, alla fine,
i tuoi messaggi
come treni senza orario
dal cuore verso i polsi –
arrivano a portarmi
dove l’aria torna mare
e il terreno che calpesto
non si spezza ad ogni passo
mi trapianti nella terra,
da dove aspetto di fiorirti
un poco più vicino.
Cuando sobre la puerta
dices abrázame
llueve todo el aire que las cuerdas
no han sabido hacer vibrar…
Las espinas se reforman
en una extraña suavidad
como aquella que respira, apenas nacida,
en los ojos de las madres –
Cuando dices abrázame,
amarte es un gesto lineal:
el salto de la bailarina
en la jaula del tórax.
Quando sulla porta
dici abbracciami
piove tutta l’aria che le corde
non sanno far vibrare…
Le spine si riassorbono
in una strana morbidezza,
come quella che respira, appena nata,
negli occhi delle madri –
Quando dici abbracciami,
amarti è gesto lineare:
il salto della ballerina
dalla gabbia del torace.
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